venerdì 25 ottobre 2013

Dubrovnik

Sono tornato da un paio di giorni da Dubrovnik dove ho trascorso una settimana. Ho volato con Lufhtansa da Ancona e  il volo mi è costato circa 200 €. Certo avrei potuto prendere il traghetto da Bari o andare sempre via mare a Spalato da Ancona e poi raggiungere Dubrovnik via terra ma non avrei risparmiato più di 50 € per cui ho preferito accumulare un pò di miglia. L'aeroporto di Dubrovnik è piccolo e le pratiche di check out sono veloci poi, per arrivare alla città vecchia si può usare il bus (circa 5€) o il taxi (35€). La città vecchia è tutta zona pedonale, non entrano neanche i taxi, per cui è bene dare un'occhiata alla distanza dell'appartamento o l'albergo che si scelgono, dalle porte della città. Io ho prenotato un appartamento tramite booking al prezzo di 50€ a notte. Sono stato davvero bene, l'appartamento stile studio era piccolo ma aveva tutto ciò che mi era necessario: frigo, cucina, bagno privato con doccia e persino un terrazzo dove sorseggiare un bicchiere di vino Ragusa la sera e fumare un sigaro senza affumicare la stanza. L'appartamento Bakaric si trova in una viuzza dietro la piazza principale della città, chi fosse interessato può lasciare un messaggio e chiedere la mail.

La città vecchia che poi così vecchia non è in quanto è stata completamente ricostruita dopo i vari bombardamenti durante la guerra serbo-croata, è davvero ben tenuta, bar e ristoranti con tavoli all'aperto in ogni dove e un lungo stradone dove passeggiare. Bisogna poi aggiungere l'esperienza della camminata sulle mura (90 KN circa 10€) che è davvero preziosa, sembra davvero di camminare sopra i tetti rossi di questo bellissimo centro. Nota negativa della città vecchia sono i prezzi dei ristoranti: assolutamente esagerati per la qualità del cibo che servono. Per fare un esempio: alla Konoba(in croato significa locanda, trattoria) Lanterna, consigliata dalla proprietaria dell'appartamento, ho speso 30€ per un piatto di cozze ed una grigliata di pesce misto con 1 bicchiere di vino. Al momento mi è sembrato molto, poi, provando altri ristoranti, ho capito che mi era andata bene.  Un posto che consiglio, dove mi son trovato davvero bene, sia per la qualità del cibo, sia per la fantasia dello chef è il Lucin Kantun in via Nenad Lipanovic, una delle prime traverse a sinistra dello Stradun (il corso principale) venendo da porta Pile. La cucina è a vista, il menù è pieno di ghiottonerie servite in piccoli assaggi tipo tapas così da poter provare più portate senza abbuffarsi nè spendere una fortuna.


Il risotto al nero di seppia che di solito non mi fa impazzire, era davvero delizioso.
Nella settimana ho fatto un paio di day trips: uno a Mostar e uno in Montenegro. Per Mostar ho usato l'agenzia Gulliver e ho pagato 52€. La comodità di questa scelta è stata il fatto che mi hanno fatto prenotare via mail da casa e pagare sul posto. E' una delle agenzie che va per la maggiore, infatti usano i bus da 50 posti e purtroppo, quel giorno a Mostar, di bus del genere ce ne erano parecchi. Dovrò tornarci in futuro e fermarmi almeno una notte per godermela dopo le 16 quando tutto il carico di bestiame turistico, torna sulla nave a Dubrovnik.
In Montenegro sono andato con l'agenzia Adriatic Global che richiede il pagamento online (se si prenota dall'Italia) ma lavora con gruppi più piccoli. L'escursione l'ho pagata 54€ ed eravamo in 12. L'appuntamento con la maggior parte delle agenzie è il garage dell'hotel Hilton che si trova circa a 200 metri da porta Pile, è quindi molto facile da raggiungere dalla città vecchia. In Montenegro siamo stati a Kotor e Budva e se la prima non mi ha certo entusiasmato, la seconda mi è piaciuta davvero tanto. Una cittadina con una piccola spiaggia che porta ad una sentiero a picco sul mare stile cinque terre.


E ora un pò di foto di Dubrovnik, quelle dall'alto sono state scattate dal punto di arrivo della funicolare che costa circa 10€ per andare e tornare, però la vista le vale e poi si può scendere anche a piedi seguendo il sentiero.




domenica 22 settembre 2013

Mangiare e bere a Kuala Lumpur

Stamattina, nonostante la colite che mi perseguita da giorni, mi sono svegliato con una strana voglia: il dim sum del ristorante cinese all'interno di quello che una volta era l'hotel Nikko a Kuala Lumpur.
Questo è sicuramente uno dei migliori 5 ristoranti in cui sia mai stato. H degli amici a Kuala Lumpur per cui ho avuto l'occasione di andare diverse volte in passato e ogni volta appena arrivo chiedo: quando si va da Nikko?


Un'opera d'arte che soddisfa prima la vista e poi il palato.
Ad ogni modo grazie ai diversi viaggi fatti nella capitale Malese, mi sono convinto che possa essere considerata una delle capitali del food al mondo. Non posso dire che sia la migliore in assoluto ma definitivamente la migliore el sud est Asiatico, in quella zona credo di avere un'esperienza sufficiente per affermarlo. Il cibo è di ottima qualità e i prezzi sono davvero economici se paragonati al servizio e i prodotti che sono ottimi  a partire dal ristorante improvvisato in mezzo alla strada fino ai ristoranti premiati come appunto il cinese di cui ho parlato all'inizio del post.
Qui c'è la lista di una parte dei ristoranti che i miei amici davvero buongustai mi hanno portato a visitare a KL e le mie impressioni a riguardo.
Buon Appetito.

sabato 6 luglio 2013

Il film sul Cammino

Ieri sera ho visto il film il cammino di Santiago e l'ho trovato un bellissimo esempio di road movie. La trama è semplice: un oculista americano viene a sapere della morte del figlio durante il primo giorno di "cammino". Da quel momento il viaggio comincia. Il soggetto del film è assolutamente il viaggio, il cammino verso una meta, cammino che ti permette di fare incontri di conoscere storie. Cammino alla fine del quale non si è mai gli stessi che eravamo alla partenza. Molte delle persone che affrontano quel cammino non sono religiose e non si aspettano altri miracoli se non il miracolo del viaggio, di muoversi lentamente attraverso sentieri che nella storia sono stati testimoni delle storie più diverse. Anche nel film le ragioni che portano i vari personaggi ad affrontare i pirenei, hanno quasi mai a che fare con la religione, ma sempre con lo spirito, una sorta di espiazione per alcuni, ricerca per altri. Ecco questo film mi ha ricordato ancora una volta quanto l'importante per me se tanti altri sia il viaggio stesso, il movimento, la meta alla fine è una scusa come un'altra.

sabato 15 giugno 2013

Liechenstein

MI capita spesso di andare a Melide nel Ticino perchè ho degli amici che vivono là. Questa volta ho deciso di fare un day trip a Vaduz nel Liechenstein, partendo appunto da Melide. Sono circa 4 ore di viaggio, ma Vaduz è davvero piccola, per cui si può decisamente fare in giornata. Sono andato con la mia amica svizzera ed ho scoperto l'esistenza della carta giornaliera. Si tratta di un accordo tra i comuni del ticino e le ferrovie Svizzere: i comuni mettono a disposizione ogni giorno due carte valide per viaggiare su tutti i treni, i traghetti e gli autobus postali in Svizzera per 24 ore,  ad un prezzo davvero conveniente, in questo caso circa 35 franchi ogni carta. Per arrivare a Vaduz si prende il treno per Bellinzona e poi, fuori dalla stazione,  il bus postale (in genere vuoto) per Chur (un paio di ore di viaggio da impiegare come meglio si crede).


Da Chur si prende un treno fino a Sargans da dove si parte poi con il bus per Vaduz (i bus sono fuori dalla stazione ed il biglietto si può fare all'interno). Lo so cosa si può pensare: una pazzia fare il tutto in  in giornata. Ed in effetti in Italia non lo consiglierei mai. Però in Svizzera i trasporti funzionano, per le coincidenze non abbiamo mai aspettato più di 15 minuti, spesso meno di 10. Se si vuol fare il viaggio in più giorni (serviranno più giornaliere se si vuole risparmiare) ci si può fermare col postale a San Bernardino, il panorama è davvero tipo Heidi si, ci sono pure le caprette che fanno ciao.




Vaduz come dicevo è una città piccolina, l'unica attrazione (a meno che non siate qua per andare in banca) è il castello che comunque non è visitabile perchè abitato dal principe. La strada per andare al castello è davvero ripida, noi abbiamo preso un taxi all'andata(10 franchi) e poi siamo scesi a piedi.

Nel centro della città c'è una bella statua di Botero per chi ama questo scultore.
Siamo nel Liechenstein ma è come essere nella Svizzera tedesca, sia per la lingua, sia per il cibo, per cui ci siamo regalati una apfel strudel, davvero buona (nonostante io non sia un amante dei dolci).
Dopo la torta...abbiamo preso il primo bus per Sargans e ce ne siamo tornati a Melide, dopo tutto un bel day trip, la carta giornaliera è un ottimo esempio di come si possono pubblicizzare i trasporti pubblici..almeno quando funzionano!
Tornato a casa, mentre scaricavo le foto sul notebook, clicco su "elimina tutte le foto" in vece di "elimina le foto selezionate" per cui queste, sono una gentile concessione della mia amica Svizzera.



giovedì 30 maggio 2013

Argentina Ushuaia

Si parte per Ushuaia, gli aeroporti in Patagonia applicano una tassa ulteriore rispetto a quella già pagata con l'acquisto del biglietto, ad El calafate sono 28 pesos ed a Ushuaia 38. Dopo circa un'ora e mezzo di volo comincia l'atterraggio che, essendo la zona molto ventosa, viene accompagnato da numerosi vuoti d'aria e sbandamenti vari. L'aeroporto è vicino al centro e il taxi lo pago 60 pesos. Ushuaia è una città costruita a picco su una montagna e il centro è costituito da Avenida san Martin che è circa a 200 metri di salita dal porto. Quando scegliete l'albergo, perciò fate ben attenzione a dove si trova, perchè più si allontana dal mare più sarà in alto, io non sapendolo mi sono ritrovato in cima ad una salita di 400 metri, davvero non il massimo.

Il piccolo albergo si chiama Rosa de los Vientos e costava circa 60€ a notte colazione inclusa. Ora, a parte la posizione davvero scomoda, non ho un gran ricordo di questo albergo. La colazione comincia alle 8, il che per una località base di partenza per escursioni è assurdo in quanto le escursioni, appunto, cominciano presto al mattino. Ad ogni modo, al mio arrivo chiedo informazioni sull'escursione prenotata tramite email (isola dei pinguini) e mi viene detto che non si fa più perchè oramai è inverno. Faccio presente che mi era stato detto che sarebbe stato possibile farla fino a fine mese ma non ottengo spiegazioni. Stupidamente ne prenoto un'altra; avrei dovuto fare un giro nelle varie agenzie e chiedere, ma, per deformazione professionale tendo a credere ai receptionists anche quando, come in questo caso, hanno l'aria di fregarsene altamente di te e delle tue esigenze.IL mattino dopo vado appunto a fare l'escursione al parco naturale, che di per sè non sarebbe male se ti lasciassero camminare almeno una mezzoretta. Invece no, quasi tutto il tempo in bus. Top dell'escursione è il punto in cui la ruta 3 che sarebbe poi la panamericana, finisce (o inizia secondo i punti di vista), fin del mundo, oltre solo l'antartide, più o meno, infatti c'è ancora un piccolo agglomerato di case sul versante cileno. Ma come si dice, chi prima arriva, prima si aggiudica il marchio fin del mundo.
La sera decido di provare due specialità locali: zuppa di granchi giganti e merluza negra. Vado nell'unico ristorante che le propone entrambe. Il posto è carino e, anche decisamente caro: circa 60 € per due bicchieri di vino una zuppa di granchio(almeno son riuscito a mangiare il granchio senza lanciare la corteccia in giro) e appunto il merluzzo nero.




Il giorno dopo mi sveglio con comodo, mi dedico agli acquisti, poi vado all'ufficio informazioni in via San Martin a farmi timbrare il passaporto. Si può scegliere tra vari timbri: fine del mundo, Ushuaia ciudad mas austral del mundo e così via.Fatto ciò, vado al porto e faccio quello che ho sognato di fare fin dal mio arrivo in città: mi siedo su una panchina, attacco il lettore mp3 e passo il pomeriggio a godermi il panorama.




Il viaggio di ritorno verso Buenos Aires comincia male già all'aeroporto, quando il tizio al check in non mi fa imbarcare il bagaglio a mano perchè pesava 1 kilo più del consentito. Faccio notare che era persino più leggero di quello del viaggio di andata e che la compagnia aerea era la stessa, ma niente da fare, il mio bagaglio andava imbarcato(fanculo ora glielo posso dire).
Dopo circa un'ora dal decollo mi sveglio e sento la hostess annunciare l'atterraggio ad Ushuaia. Ho pensato: questa è suonata, poi guardo l'ora e mi rendo conto che non potevamo essere a Buenos Aires perchè era troppo presto. Ho pensato che facessimo scalo ad El Calafate come all'andata. Vedo il mio vicino agitarsi e comporre un numero col cellulare (so benissimo che la storia che i cellulari interferiscono con gli strumenti di volo è una cavolata), però vedere questo chiamare la moglie come se fosse l'ultima cosa da fare prima dello schianto mi manda in paranoia. Chiedo cosa stia succedendo e mi viene risposto che c'è un guasto per cui stiamo rientrando in aeroporto: ok ora è panico e fisso il mio vicino con l'espressione tipo: spegni quel cazzo di cellulare oppure passami tua moglie che ci parlo io.Atterriamo e dopo tre ore ripartiamo, per la prima volta non riesco a chiudere occhio durante tutto il volo, però il mio vicino non ha osato neanche tirare fuori il cellulare dal marsupio. Arrivo a Buenos Aires  mi sistemo nel nuovo apprtamento questa volta in zona Palermo viejo. Ho voluto cambiare zona per provare sia la Rocoleta che Palermo, devo dire che mi sono trovato meglio nella Recoleta, più movimentata. Decido di andare in centro a mangiare qualcosa e poi al ritorno, mi rendo conto che tutte le strade sono bloccate a causa di una manifestazione: 2 ore per trovare un taxi libero. Arrivato finalmente a casa, accendo il computer per vedere se in Italia hanno eletto il presidente della repubblica e vedo che 101 franchi tiratori del pd hanno affossato l'elezione di Prodi: degna fine di una giornata di merda.

mercoledì 29 maggio 2013

Argentina El Calafate

Da Buenos Aires parto per El Calafate. Il volo interno parte dall'aeroporto di Newberry, più piccolo dell'Ezeiza e soprattutto molto vicino al centro, circa 15 minuti dalla Recolleta. Dopo due ore e mezzo di volo comincia l'atterraggio e ti sembra davvero di arrivare in mezzo al nulla. Solo un lago gigantesco e colline brulle tutto intorno. Esci dall'aeroporto e la sensazione continua, sarà che arrivavo dal caos di Buenos Aires ma avevo davvero la sensazione di avere spazi enormi a mia disposizione.Prendo un taxi per andare alla guest house che avevo prenotato. Il taxi (15 minuti circa) costa 140 pesos dall'aeroporto alla città e 100 pesos nella direzione opposta. El Calafate è una piccola cittadina, o meglio il centro cittadino è piccolo. Infatti il comune si estende per diversi kilometri quadrati, molti dei quali sono disabitati. Attenzione quindi quando si prenota l'albergo, si rischia di essere a 10 kilometri dal più vicino ristorante o bar, e da quel che ho potuto vedere, di taxi non ce ne sono molti. L' Osteria Heinen dove ho soggiornato è piccolina e circa a 300 metri in linea d'aria dal centro. Sottolineo in linea d'aria in quanto è in cima ad una salita sterrata e ripida, sicuramente non comodissima da affrontare. Comunque è uno dei pochi posti in Argentina dove non mi sono sentito derubato: 35€ con colazione per una camera a wi-fi libero. La colazione non era un granchè, ma sicuramente adeguata alle mie esigenze, il personale, sebbene non parlasse un inglese perfetto, si è sempre dato da fare per aiutarmi, davvero cordiali.






Appena arrivato mi affretto a prenotare un day trip per il Perito Moreno che era il motivo vero di questa tappa.
Prenoto con l'agenzia Mundo Austral 250 pesos esclusa l'entrata al parco nazionale che, ho imparato, in Argentina si paga sempre a parte in questo caso 170 pesos.
L'escursione è piacevole, si parte alle 9.30 e si ritorna alle 16.30. Si arriva al Perito Moreno, poi chi vuole può fare il giro in traghetto che ti porta fino a poche centinaia di metri dal ghiacciaio, il prezzo è 90 pesos. Se devo essere sincero l'escursione in barca non è memorabile, ma visto il prezzo contenuto, la consiglio.


Poi si va al punto di osservazione del ghiacciaio. Un tragitto fatto di scale ringhiere e balconi che offrono ogni volta uno scorcio diverso su questa meraviglia. Mi è capitato poche volte di fermarmi in silenzio a guardare lo spettacolo della natura davanti a me: in Laos di fronte al Mekong, in Vietnam ad Halong Bay e poi qua, davanti a questa mole di bianco, azzurro, blu elettrico. Il Ghiacciaio non è solo vista, non è solo vento freddo sul viso, è anche rumore, rumore di pezzi che si staccano e cadono in acqua.
Una volta tornato a El Calafate decido di godermi il famoso piatto locale cordon patagonico (agnello patagonico). Scelgo il ristorante più vicino all'albergo e si rivela una scelta superazzeccata, gran cena, gran vino, torno a letto proprio contento.
Il giorno dopo si parte per Ushuaia!



giovedì 23 maggio 2013

Argentina Buenos Aires

Questo è l'ultimo viaggio che ho fatto: due settimane tra Buenos Aires e Patagonia lo scorso aprile. L'Argentina è una meta che avevo in mente da anni, in quanto sono uscito per molto tempo con amici italo-argentini e, a forza di sentire i loro racconti, mi sono innamorato di quel posto senza esserci stato. Quando a febbraio, dando un'occhiata su lastminute vedo un volo con Air Europa a 450 € decido che è il momento di partire. Man mano che preparo il viaggio, mi rendo conto che mi costeranno più i voli interni di quello intercontinentale, infatti l'aerolinas Argentina applica tariffe diverse a seconda che si sia residenti o stranieri. Decido di stare una settimana circa a Buenos Aires per rivedere vecchi amici e una settimana in Patagonia, in particolare a El Calafate e Ushuaia. I voli interni: Buenos Aires-El Calafate, El Calafate- Ushuaia, e Ushuaia -Buenos Aires mi vengono a costare circa 550€ (come dicevi più del transoceanico).
Il volo con Aireuropa non è male, considerata la tariffa anche se lo spazio tra i sedili, per un pachiderma come me, è davvero stretto. Ho avuto mal di gambe per tre giorni, dopo il volo. Ad ogni modo ho scoperto che la compagnia ti permette di acquistare i posti più comodi(quelli vicini alle uscite di emergenza), ma 100€ a tratta mi sembravano troppi. Buenos Aires si presenta subito come una città caotica, all'arrivo all'aeroporto di Ezeiza(ce ne sono due, l'altro è il Newberry), una volta ritirato il bagaglio, c'è una coda, anzi diciamo una mischia di più code, per il controllo del bagaglio ai raggi x. Ogni tanto la gente comincia ad applaudire e fischiare per sollecitare i poliziotti che sembrano fregarsene del tutto. Prendo un taxi all'interno dell'aeroporto e la tariffa è 240 pesos (circa 35€ col cambio ufficiale), se si esce c'è un gazebo con scritto taxi dove si risparmia qualche decina di pesos. Un'ora e mezza per arrivare in centro.
Mi sistemo nell'appartamento che avevo prenotato in zona Recoleta e aspetto che le mie amiche vengano a prendermi. Dopo i saluti, mi spiegano che avrei dovuto portare più contanti perchè al mercato nero 1000 pesos ti costano 100 euro invece dei 150€ che ti costano al cambio ufficiale. Prima imprecazione, anzi, terza, la prima e la seconda se ne sono andate durante la coda all'aeroporto. Avevo solo 300 euro in contanti in quanto in genere uso moltissimo le carte in viaggio, ma le care amiche, oltre a chiedere pasta e vino nelle mail, non potevano anche dirmi di portare contanti? Tutto questo sragionare si ferma di colpo quando entriamo al cimitero della Recoleta. Una passeggiata in mezzo all'arte. La tomba di Evita, alla fine, non è niente di particolare se paragonata alle tante altre che si incontrano.


Prendiamo un taxi e ce ne andiamo a Puerto Madero. E' il quartiere più nuovo della città, tutto cresciuto nei dintorni del fiume e, secondo le mie amiche, quasi interamente frutto di denaro riciclato.La passeggiata è piacevole, nonostante sia fine aprile, il tempo è ancora buono e si gira in t-shirt. Arriviamo al ponte della Mujeres, progettato da Calatrava e la prima cosa che mi viene in mente è: perchè qua questo bel ponte e a Venezia quello schifo?
Da Puerto Madero andiamo a piedi al famoso quartiere di San Telmo, sarà che è un giorno feriale e quindi non ci sono mercatini nè Tango street dancers, ma a me il quartiere non dice nulla.
A cena voglio andare solo, ho bisogno di assaporare un pò la città da solitario.
Scelgo un locale in zona Recoleta e: lengua marinata e bife de chorizo.

Scelta ottima, me ne torno a casa a piedi nel tentativo di digerire l'aglio....
Il giorno dopo le mie amiche erano impegnate, per cui mi dedico alla visita della città da solo. Parto dal museo delle belle arti: chiuso a tempo indeterminato! Peccato ma là vicino scopro un bel parco pieno di sculture originali dove fare una passeggiata. Decido di andare al museo etnografico: ne avevo letto sul libro misteri per caso di Syusy Bladi e Patrizio Roversi (libro che consiglio, è spassoso e pieno di begli spunti, più o meno credibili, ma sempre affascinanti). La Syuysy nominava questo museo per dire che era uno dei posti in giro per il mondo dove aveva visto delle statue rappresentanti umanoidi con testa a punta che potevano certificare un'antica presenza aliena nel nostro pianeta. Il museo e piccolino, gratuito ed in pieno centro, lo consiglio.
Da là, mi dirigo in plaza de Mayo e, essendo giovedi, come ogni giovedi dagli anni '70, c'era una manifestazione delle "madri della plaza de mayo. Questa manifestazione e i vari manifesti che parlavano delle Malvinas, mi hanno ricordato come anche qua, alcune ferite non sono del tutto cicatrizzate.


Arriva sera e decido di andare a mangiare un asado in un ristorante con un sacco di belle recensioni qua e là sul web. Errore che continuo a commettere di tanto in tanto! La Chacra, un classico posto spennaturisti: circa 40 euro per un asado che sembrava un chewingum, una bottiglia piccola di vino, una e sottolineo una empanada cotta tre giorni prima,  ed un'insalata.





mercoledì 22 maggio 2013

Tripadvisor travelers' choice destination awards

Mi ha stupito leggere questo articolo sul sito online di Repubblica. Ben quattro città italiane nella top ten delle destinazioni preferite, scelte dagli utenti di tripadvisor. Mi stupisce perché, ai sogni, non corrispondono i viaggi, infatti Berlino che è fuori dalla top ten accoglie il triplo dei visitatori di Roma che è quarta.
Viene perciò da chiedersi perché gli stranieri sognino Roma e poi vadano a Berlino.La mia idea è che in generale l'Italia sia la meta da sogno di chi non ci è mai stato e una grande delusione per chi, invece, ha fatto magari ore di aereo per ritrovarsi in fila sotto il sole davanti al Colosseo con false guide che ti fanno saltare la coda in cambio di 10 euro circa. Ad Aprile sono stato in Argentina e, arrivato all'aeroporto di Buenos Aires, mi sono ritrovato in una fila assurda dopo il ritiro bagagli, circa un'ora di attesa prima che i poliziotti locali riuscissero a passare tutte le valige al controllo dei raggi x. Ho pensato che l'inizio non era dei migliori ed in effetti, l'aeroporto, specie se di una capitale, è un po' il biglietto da visita della nazione, come la hall per un albergo. In effetti, poi Buenos Aires ha rispettato le aspettative con un traffico caotico  a qualsiasi ora. Racconto questo, perché, di ritorno a Fiumicino, una volta sceso dall'aereo, per cui nell'area riservata ai passeggeri, nel corridoio, splendeva solitaria una gigantesca cacata di cane fresca. A giudicare dall'estensione doveva essere un bel cagnolone, uno di quelli antidroga suppongo, altrimenti non riesco davvero a capire come un animale possa essere arrivato fin là. Ecco il nostro biglietto da visita ho pensato.