giovedì 26 giugno 2014

In giro per i cantoni Svizzeri

Anche quest anno ho approfittato della carta giornaliera messa a disposizione dai comuni del canton ticino, carta con la quale si può viaggiare per 24 ore su tutti i treni, i bus e i traghetti. L'idea iniziale era di andare a St. Moritz in cerca di una vecchia ereditiera magari pure vedova, poi visto che pioveva e che conunque tutta questa voglia di ereditiere vedove non c'era, siamo partiti senza una meta precisa.
Idea del cazzo numero 1: partiti senza meta ma vestiti quasi da mare in quanto a Melide (campo base ovvero dove abitano i miei amici) c'erano 28 gradi. Partiamo direzione Andermatt in quanto da là partono anche i treni che fanno lo stesso tragitto del famoso trenino rosso del Bernina. Arrivati a destinazione, prendiamo coscienza della prima idea del cazzo: c'erano non più di 15 gradi ed era mezzogiorno. Per fortuna avevamo degli impermeabili leggeri da usare in caso di pioggia. La cittadina è carina ma non sembra offrire granchè. Mi colpisce però la piccola chiesa con il cimitero accanto e, informandomi scopro che questo in Italia non succede per un decreto Napoleonico.
mappa della linea ferroviaria

chiesa con cimitero

partenze mattutine..

 A pochi chilometri dal centro città c'è il ponte del diavolo che deve il suo nome alle condizioni estreme nelle quali hanno dovuto lavorare i suoi costruttori. Qua c'è anche stata una battaglia importante tra l'esercito Napoleonico e il generale Russo Suworof. Come se non bastasse in questo periodo sto leggendo, guerra e pace, Napoleone  non mi molla, sembra perseguitarmi. Il ponte lo si può raggiungere a piedi o ammirarlo comodamente dal finestrino della carrozza del treno, come abbiamo fatto noi.
ponte del diavolo


Non sapendo dove andare saliamo sul treno che segue la rotta del Bernina. Il controllore, a bordo ci chiede dove andiamo, spiegandoci che molte delle fermate si fanno solo su prenotazione. 
idea del cazzo numero 2: chiedere consiglio su dove fermarsi al controllore svizzero. La tizia ci dice tutta convinta che Munster vale la pena di essere vista, è l'ora di pranzo e ci dice che è pieno di bar e ristoranti così, ribadisce,  abbiamo l'imbarazzo della scelta. Contento dell'aiuto io ingenuo non immaginavo quanto gli svizzeri del cantone Vallese, odiassero gli italiani, a dire il vero io non sapevo neanche cosa fosse il cantone Vallese. Seguiamo il consiglio del controllore Vallese e ci buttiamo nella visita di questa sorta di Las Vegas svizzera.
Quello che troviamo è una città fantasma, neanche un'anima in giro, niente auto, neanche le caprette a farci ciao, nulla. E' in queste strade deserte che il mio amico fa outing e mi confessa che l'ultima volta che era venuto nel cantone Vallese con l'auto targata ticino, gli hanno sgonfiato tutte le 4 ruote. Come se non bastasse, la temperatura diminuiva. Dopo un po' compare all'orizzonte un bar, ne approfittiamo per sederci in attesa del primo treno che sarebbe arrivato dopo mezzora. Ordino un caffè, i miei amici una seven up, poi mi parlano di una bibita svizzera famosa: la Rivella. Non parlando io tedesco lascio che sia la mia amica ad ordinarla, sebbene non parli la lingua, capisco però la risposta del cameriere: una Rivella? Perchè la seven up che ti ho portato ti fa schifo? Insomma io non so cosa abbiano combinato gli italiani da queste parti, però hanno lasciato il segno di sicuro.
Munster

Munster

Munster

Rivella

Partiamo col primo treno e torniamo ad Andermatt.
Idea del cazzo numero 3: vediamo che a soli 20 minuti di treno si va sull'oberalbpassen: 2043 metri e nel frattempo non avevamo comprato maglioni di sorta. Arrivati, una volta toccata la neve ed imprecato contro la nostra stupidità, ci rifugiamo nel solo bar ristorante che c'era e che prendiamo? Minchiata numero 4: gelato!
Oberalppass

Oberalppass



Tornati a Melide, decidiamo di proseguire per Como e andare a mangiare sushi da Sakura, dove provo per la prima volta il collo del tonno.
Collo del tonno